Il professionista ha la necessità in questo specifico momento storico di cambiare radicalmente il suo approccio sia per quanto riguarda gli aspetti relazionali con il proprio cliente, sia per tutti quelli relativi alla comunicazione nell’accezione più ampia possibile.
La realtà che tutti in un modo o l’altro abbiamo affrontato negli scorsi mesi, ha portato molti ambienti lavorativi e non solo, a una trasformazione epocale. Si è sviluppato un nuovo contesto dove lo scambio d’informazioni si è modificato in termini di tipologia di contenuti e di strumenti.
Le video chiamate con Whatsapp, le conference con Skype e con Zoom sono aumentate vertiginosamente, i video in diretta su Facebook spopolano, come in una simpatica frase di Altan “C’è il boom della comunicazione: tutti a comunicare che stanno comunicando”
Una profonda trasformazione di tutto lo scenario che obbliga l’azienda, ma anche il professionista ad adeguarsi a un nuovo stile comunicativo che va ben oltre la semplice forma.
La qualità di presenza richiesta durante un incontro on line è molto più impegnativa rispetto a quella applicata durante un incontro dal vivo, la soglia d'attenzione del pubblico diminuisce, le distrazioni aumentano, è necessario un livello di concentrazione da parte del relatore più alto, con il risultato che spesso tali incontri risultano essere molto più stancanti.
Ancora una volta il famoso “less is more” diventa un fondamentale punto di riferimento per gestire al meglio questa presenza on line che sta raggiungendo livelli mai visti prima.
Tutto ciò apre a un paio di importanti considerazioni. La prima riguarda in modo ancora più stringente il tema dei contenuti la cui efficacia è condizionata dall’essenzialità e dalla loro reale utilità. Dall’altra parte diventa fondamentale che quanto viene comunicato, durante una conference, un webinar o più semplicemente in un post su Linkedin o Facebbok, sia coerente con con lo stile del professionista o dell’azienda e soprattutto ne rappresenti gli aspetti più autentici.
Questa inflazione di dirette, video, post, foto, annunci, corsi gratuiti, porta inevitabilmente l’utente, ormai sommerso da un quantità d’informazioni a dir poco ingestibili, letteralmente a surfare sulle notizie dedicando il tempo strettamente indispensabile, spesso molto poco.
Se quindi la forza dei contenuti di un professionista è basata sulla loro brevità, coerenza, e autenticità è necessario approcciarsi alla strategia di Personal Branding in un modo completamente nuovo.
Diventa fondamentale effettuare un lavoro preliminare attento e puntuale partendo da linee guida marketing che il professionista deve aver creato tenendo ben in evidenza i valori che ispirano il suo lavoro quotidiano e, in particolar modo, cosa lo rende differente dagli altri professionisti del suo settore in modo concreto e facilmente percepibile.
Il rischio è quello di trovarsi nel mare magnum del web con una visibilità poco significativa dal punto di vista dei numeri e poco rilevante in termini di creazione di contatti, solo gocce nell’oceano.
I contenuti differenzianti sono la base della strategia senza dimenticare che si deve sempre e comunque tenere conto di un ecosistema comunicativo online offline integrato, ma tutto deve partire da una base di consapevolezza più profonda da parte del professionista, un lavoro dedicato a far emergere valori, talenti e punti di forza in modo rilevante.
Si tratta di un processo specifico e molto diverso dal semplice “stabilire la strategia di marketing” e dal “fare personal branding”, si tratta di trovare il cuore del messaggio da cui può partire la comunicazione più autentica del professionista, di costruire linee guida ispirate da un “perché” più potente.
Essere autentici in una comunicazione dove purtroppo vince troppo spesso l’apparire sull’essere, è forse la sfida più grande del momento.
Possiamo parlarne e confrontarci in proposito, vediamo quanto di bello ne scaturisce!
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